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mercoledì 28 aprile 2010

2010 anno della biodiversità

2010 anno della biodiversità

Il 2010 è stato scelto dall'ONU come anno internazionale della Biodiversità.


Che cos'è la biodiversità?
La biodiversità racchiude un insieme di valori etici, antropologici, naturali e filosofici, poiché partendo proprio dalla parola “diverso” spesso si intende qualcosa che devia dal normale e quindi ha un valore negativo.
Facciamo un esempio molto semplice. Siamo a fare la spesa al mercato e ci offrono una mela biologica, alcuni di noi abituati alla perfezione e alla mela rossa di Biancaneve, non accetteranno subito la mela con qualche ammaccatura, o con un colore non omogeneo, la vedranno appunto come diversa. Ciò è valevole ed estendibile per persone, animali, piante.
La diversità è invece sempre da valutare e vedere come una fonte di ricchezza, non di negatività o disuguaglianza.
La biodiversità è la contemplazione di tutte le diverse specie che convivono sul nostro pianeta, che sono in equilibrio, purtroppo a volte precario le une con le altre e che nella loro totalità, si completano e si sostengono.
Sempre per dare un esempio, basta fare una semplice e terapeutica passeggiata in un bosco, fermarsi e osservare che ai piedi di un abete, magari accanto a due tipi diversi di siepi o arbusti, su una roccia coesistono diversi tipi di licheni, muschi e funghi, e più nascosti all’ombra di una felce trovano dimora insetti di specie diverse che in un sistema complicato ma al contempo naturale stanno in equilibrio, trovano ciascuno il cibo di cui necessitano per sopravvivere, linfa, acqua e tutto il necessario per la sopravvivenza.

2010 
anno della biodiversità
La biodiversità è sotto i nostri occhi ogni giorno, ma spesso non la vediamo! Ad esempio la diversità di alcune muffe permette lo sviluppo e la maturazione di alcuni formaggi e non di altri, alcuni fermenti ci permettono di avere un particolare yogurt, altri di produrre birra.
Se non vi fosse biodiversità, non ci sarebbero tutte le cose buone che ogni giorno arrivano sulle nostre tavole e forse la nostra alimentazione sarebbe ridotta a qualche sterile pillola fantascientifica.

Wall E
 di Pixar
Ho visto, tempo fa, un divertente e molto istruttivo cartone animato, “Wall.E” in cui l’uomo era stato costretto a “traslocare” su una specie di mega astronave, causa troppi rifiuti, e la Terra era stata abbandonata, lasciando solo un piccolo robottino giallo ossessionato dall’inscatolamento e dal riordino dei rifiuti.
Per tutta una serie di eventi, il piccolo robot, ha l’opportunità, (grazie all’amore per una robottina), di ridare vita alla Terra e permettere nuovamente l’insediamento dell’uomo, la coltivazione e la possibilità di riprendere tutto ciò che era andato perso. Il tutto parte dal ritrovamento di una semplice pianta.
La frase che mi ha colpito di questo film è quando il capitano della nave scopre che dalle piante nascono le cose che un tempo, quando l’uomo abitava sulla Terra, un sacco di frutti, e in una scena comica dice “ci sono piante che fanno la pizza!”
Ecco non vorrei che a forza di perdere specie animali, rari frutti e piante, un giorno ci trovassimo tutti su una nave spaziale a ricordarci più o meno bene come è fatta una pianta e che la pizza non nasce esattamente dalla terra!

Biodiversità
La biodiversità è una forma che ciascun essere vivente ha, conferisce quelle specifiche peculiarità che lo differenziano dagli altri, ad esempio alle papere la possibilità di volare e al contempo di galleggiare, l’adattamento di animali e piante alle diverse condizioni climatiche, ad alcuni animali di auto riprodurre parti del corpo, come ad esempio la salamandra capace di riprodurre una zampina se questa viene persa a causa di un incidente, o la coda della lucertola.
Pensate a come la biodiversità incida sul paesaggio, e come da questo l’uomo conformi alla propria esistenza, ad esempio chi abita in montagna, tra i boschi, la neve, il freddo, ha una vita ben diversa e delle abitudini opposte  a chi vive su un atollo in mezzo all’oceano pacifico!
La biodiversità va rispettata sempre e comunque dal più piccolo insetto al più grande mammifero della Terra, dal chicco d’uva alla zucca più grande, dal rispetto e dall’accettazione del clima, alle diverse forme di vita che da esso derivano.
Ogni perdita di animale, erba, pianta, frutto è una perdita con ricadute più grandi di quello che si possa immaginare, per tutto il pianeta, non solo per quella specifica zona colpita, tutto è inserito in un piccolo o grande ecosistema e come tale va rispettato.



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giovedì 22 aprile 2010

Eruzione del Vulcano in Islanda

Eruzione del Vulcano in Islanda

L'eruzione del Vulcano in Islanda ha posto l'uomo davanti ai suoi limiti: quanti altri eventi ci dovranno essere per capire il rispetto verso la natura?



Era dal 1821 che il vulcano del ghiacciaio Eyjafjallajokull era “dormiente” e da giorni  si è risvegliato mettendo in allarme la zona sud dell'Islanda.
È da marzo che il vulcano sta eruttando polveri che stanno coprendo, anche se non sono visibili, i cieli d'europa; queste polveri, oltre a essere dannose per la salute, sono ritenute rschiose anche per gli aerei al punto da far decidere l'UE, prima ad imporre l'annullamento di gran parte dei voli da e per le zone interessate dalla nube, poi a dividere il cielo in zone.
Soluzione drastica e, sotto l'aspetto economico, dannosa, ma che però ha permesso di fare una valutazione più precisa della situazione e agire di conseguenza.

Rischi
I rischi dell'eruzione si possono dividere in tre tipi:
  1. Salute pubblica: Il maggior rischio è presente, sin dall'inizio, nelle zone adiacenti l'evento a causa delle polveri pesanti che, non essendo portate via dall'aria, tendono a ricadere nel breve periodo al suolo. Innanzi tutto va considerato la quantità di polveri immesse nell'aria e la loro possibile ricaduta sul terreno. La quantità, se elevata, e nelle vicinanze lo è, mette a rischio la salute in termini di vie respiratorie. La ricaduta di queste polveri causerebbe l'inquinamento del terreno perché entrerebbe nel circolo alimentare attraverso l'assorbimento da parte della vegetazione.
  2. Economia: si è parlato molto dei pericoli dei voli aerei e il conseguente disagio economico delle compagnie, si è parlato dell'eventualità che certi prodotti (esotici) non arriveranno sulle tavole degli italiani, poco o niente delle implicazioni sul commercio dei prodotti deperibili e il conseguente disagio economico dei produttori e commercianti di tali prodotti (agricoltura, allevamento, pesca). Il danno economico è sicuramente enorme da questo punto di vista per le mancate entrate, ma va anche valutata la perdita di prodotti destinati ai paesi poveri del pianeta.
  3. Clima: le polveri sono formate da particelle di sostanze pesanti e leggere che, o ricadono al suolo o andranno ad interagire con la stratosfera.
    • le particelle pesanti (polveri e ceneri), ricadendo al suolo, possono essere dannose perché verrebbero assorbite dalla vegetazione e entrerebbero nel circuito alimentare.
    • le particelle leggere, composte da vapore acqueo e gas, tra cui il più importante è l'anidride solforosa che viene convertita in triossido di zolfo o in solfati che, a contatto con il vapore acqueo, si trasformano facilmente in acido solforico. L'acido così generato si trova generalmente allo stato di vapore e condensa assieme al vapore acqueo dando vita a minuscole goccioline costituite per circa il 75% di acido solforico e per la restante parte d'acqua. La presenza delle goccioline di acido solforico nella nube vulcanica svolge un ruolo importantissimo: mentre infatti le parti solide più pesanti come  pulviscolo e cenere ricadono negli strati bassi atmosferici nel giro di poche settimane, le gocce di acido possono rimanere nella stratosfera anche per 2 o 3 anni. In tal modo si forma un velo di polvere che viene sospinto e sparpagliato dai venti in quota e, soprattutto, c'è la presenza di goccioline di acido che avvolge per mesi o anni una larga fascia della superficie terrestre.  
L'effetto principale della nube vulcanica nella stratosfera è quello di riflettere parte della radiazione solare incidente, provocando un lieve raffreddamento della parte più bassa dell'atmosfera e quindi anche della superficie terrestre.

Nube 
vulcano Islanda
Reazioni   
Le reazioni umane di fronte ad un simile evento sono state di stupore, ammirazione e rabbia.

Stupore perché lo spettacolo che la natura ci mostra durante l'evento è talmente inusuale da indurci a vederlo come manifestazione artistica della stessa.

Ammirazione perché di fronte a una tale potenza, l'uomo non può che prendere atto della forza insita nella natura di cui, egli in quanto uomo, è ancora al di là dal riuscire ad esprimere.

Rabbia perché appunto l'uomo è costretto ad ammettere il suo limitatissimo potere sugli eventi della natura. Eventi che, oltre a mettere in pericolo la sua esistenza, possono limitare le sue attività socio/economiche con grande dispendio di energie destinate ad altri interessi.

Impotenza della tecnologia
Il mondo tecnologico e la sua impotenza
Quando l'uomo periodicamente si trova ad affrontare eventi come questi emerge tutta la sua impotenza di fronte al pianeta.
Questi eventi ci ricordano che la tecnologia sviluppata dall'uomo, se da una parte ci rende più sicuri, dall'altra non ci ripara dalle manifestazioni “naturali” del pianeta.

Per quanto l'uomo cerchi i mezzi per “ricreare” l'ambiente a suo vantaggio (e qui bisognerebbe analizzare quanto siano “veramente” vantaggiosi, oggi come oggi, i suoi interventi), questo, essendo parte integrante di un sistema più ampio e in continua evoluzione, difficilmente sarà soggetto al “volere umano”.

La terra, come insieme di eventi – generalmente chiamati “natura” - nel suo costante evolversi, sviluppa un'interazione tra le varie componenti in modo tale che ogni evento implichi la modifica di fattori non visibilmente correlati ad esso modificandone anche l'equilibrio.

La tecnologia di per sé è utile in quanto ci permette di sviluppare modelli in grado di comprendere come l'evento si sviluppa ed evolve, ma non di modificarlo, e tantomeno di fermarlo. L'uomo può e deve capire il mondo in cui vive, senza però avere la pretesa di poterlo “ammaestrare”. Le modifiche apportate al pianeta come ad esempio agricoltura selvaggia, fiumi deviati e dighe, nel corso dei millenni hanno già sconvolto parte dell'equilibrio naturale.
Continuare su questa strada, ponendoci come “ri-creatori” del mondo, senza averne la conoscenza adatta (sempre che tale conoscenza ci sia possibile), significa continuare sulla strada del progresso senza sapere la giusta direzione da prendere, ovvero, continuare alla cieca, cioè prima faccio poi analizzo. Questo, pur essendo contrario ad ogni logica scientifica, rimane, purtroppo, il metodo più usato, anche perché la ricerca è soggetta all'economia.

Rispetto della natura
Conclusione
Periodicamente ci si chiede se è o non è possibile arrivare ad una conoscenza tale che ci permetta di affrontare gli eventi in modi più razionali senza cadere costantemente nel dramma.
La cenere vulcanica – così come i terremoti, le alluvioni ma anche il semplice crollo di un edificio perché costruito in zone non idonee – è lì a ricordarci che l'uomo è ospite più che padrone del pianeta, e tale rimarrà finché non avrà sviluppato la conoscenza necessaria.

Essere ospiti, nelle culture umane, non indica una posizione di privilegio ma, caso mai, una posizione di rispetto nei confronti dell'ospitante; applicare questo semplice concetto aiuterebbe molto nello studio della natura. Studio che deve servire a capire e non a distruggere al solo scopo di trarne vantaggi nell'immediato.
È ovvio che l'uomo opera a proprio vantaggio, non lo è se il vantaggio iniziale diventa, nel periodo lungo, uno svantaggio che si traduce, non solo in termini economici, ma anche in conoscenza, ovvero sopravvivenza.

Che l'uomo sia stato creato o si sia evoluto all'interno della natura, non implica che possa un giorno arrivare alla conoscenza del creatore o della natura che l'ha generato: anche in questo siamo ancora ben lontani dalla conoscenza adatta.


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sabato 17 aprile 2010

IL POTERE DELLA MENTE

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IL POTERE DELLA MENTE

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lunedì 5 aprile 2010

Ecco l'anello mancante scimmie-uomo


Ecco l'anello mancante scimmie-uomo
Scheletro di un bimbo di 2 milioni di anni trovato in Sudafrica


Trovato in Sudafrica lo scheletro di un bimbo ritenuto quello di una specie nuova che si trova tra gli antenati scimmia e l'uomo moderno.La scoperta dell''anello mancante' tra l'uomo e le scimmie potrebbe rivoluzionare la comprensione della nostra evoluzione. Mentre la maggior parte dei reperti finora trovati sono poco piu' che frammenti di ossa e denti, l'ultima scoperta e' uno scheletro fossilizzato di 2 mln di anni quasi completo di un bimbo che sara' mostrato per la 1/a volta giovedi'.

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