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mercoledì 18 marzo 2009

Rita Levi Montalcini, quasi 100 anni di successo!



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.Rita Levi Montalcini nasce a Torino il 22 Aprile 1909. Alle porte del suo primo secolo di vita possiamo tracciare una vita costellata di successi e intuizioni geniali.

Nasce già studiosa e dall’età di venti anni inizia a studiare il sistema nervoso, studio che continuerà per tutta la sua vita, eccetto che per il periodo della guerra.

Nel 1938, in quanto ebrea fu costretta a emigrare in belgio dove continuò i suoi studi in un laboratorio casalingo, cosa che continua a fare dopo l’invasione nel Belgio da parte dei Tedeschi, dopo che torna a Torino.

Qui Rita Levi Montalcini inizia a studiare lo sviluppo nel sistema nervoso nei polli.

Sono sicuro che quando è stata costretta a emigrare e costretta a continuare i suoi esperimenti in una casa lei non ha mai perso di vista il suo obiettivo, quello di capire a fondo il funzionamento del cervello, fino ad arrivare alla scoperta del Fattore di Crescita Nervoso, detto anche NFG, scoperta che le è valso il nobel per la medicina.

Ho preso spunto per questo articolo dal primo numero italiano di Wired, storica rivista fondato in america, guarda caso, da un italiano.

L’articolo dedicato a Rita Levi Montalcini parla della sua fondazione EBRI (European Brain Research Institute), l’ultima delle sue numerosissime iniziative dedicate alla ricerca nel campo delle neuroscienze. Un caso curioso vede la Lega Nord che ha proposto un emendamento alla legge finanziaria per eliminare gli stanziamenti ad hoc per la fondazione EBRI. Visto l’implicazione di Rita Levi Montalcini, quale senatrice a vita, nell’ambiente politico è allora intervenuta in Aula, per motivare la sua non partecipazione alla votazione dell’emendamento della Lega per "conflitto d’interesse", con le seguenti parole: "Signor Presidente, io non voterò, ma ringrazio molto quanti si rendono conto dell’attività svolta dall’istituto EBRI per la scienza italiana. Sono veramente molto grata a tutti coloro che si rendono conto di quanto stiamo facendo per la scienza, che mai è stata così utilmente portata avanti. Grazie infinite". L’emendamento della Lega Nord è stato in seguito respinto a larghissima maggioranza con 173 voti contrari, 57 astenuti e 75 voti a favore.

Cosa possiamo imparare dalla vita di Rita Levi Montalcini? Come ho già detto questa grande donna, nonostante le difficoltà, non ha mai perso di vista il suo scopo, quello di aiutare gli altri. Sebbene con quasi 100 anni di vita alle spalle il suo scopo è rimasto inalterato.

Quasi dimenticavo : ecco la frase che mi ha convinto ad acquistare il primo numero di Wired : Alla domanda "Come si vive a 100 anni?" lei risponde "Il Corpo faccia quello che vuole, io sono la mente".

 leggi anke
http://cipiri7.blogspot.it/2009/04/auguri-rita-levi-montalcini-18-04-2009.html

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mercoledì 11 marzo 2009

Cellule staminali



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Per la libertà di ricerca scientifica e la speranza di cura di milioni di malati
Medici e ricercatori ritengono che la ricerca sulle cellule staminali rappresenti una speranza di cura per malattie che colpiscono milioni di persone, come:



Diabete - Infarto - Fibrosi cistica - Autismo - Sclerosi multipla - Morbo di Parkinson -


Alcune forme di cancro - Osteoporosi - Lesioni del midollo spinale - Ictus


Sclerosi laterale amiotrofica


Alzheimer


Secondo il Rapporto stilato dalla commissione di studio nominata nel 2000 dal ministro Umberto Veronesi e presieduta dal premio Nobel Renato Dulbecco:

“E’ possibile stimare, sebbene in via del tutto preliminare, che... l’utilizzo di cellule staminali di varia origine possa portare a sviluppare metodiche cliniche per il trattamento di un numero di pazienti che, comprendendo le patologie di origine cardiovascolare, si avvicina ai 10 milioni di individui”.

La legge sulla fecondazione assistita vieta l’utilizzo delle cellule staminali embrionali. Sebbene sia possibile utilizzare per alcune patologie cellule staminali prelevate da tessuti adulti, la stragrande maggioranza della comunità scientifica ritiene necessario che la ricerca proceda anche sulle cellule staminali embrionali. Al momento, infatti, non è possibile stabilire da quale percorso della ricerca potranno giungere i risultati più promettenti per la cura delle malattie.

La ricerca potrebbe essere condotta sugli embrioni prodotti in soprannumero dai centri per la fecondazione assistita, e destinati alla spazzatura. Per avere un bambino con la fecondazione in vitro, infatti, vengono fecondati più ovociti di quelli che verranno poi impiantati nell’utero della donna. Gli embrioni prodotti in soprannumero vengono conservati per alcuni anni e poi, se non impiantati entro un termine certo, gettati via (secondo alcune stime in Italia sarebbero circa 30 mila).

La legge vieta anche la clonazione terapeutica. La clonazione terapeutica non ha nulla a che vedere con la clonazione riproduttiva. La clonazione terapeutica, infatti, si ottiene trasferendo il nucleo di una cellula adulta (prelevata dalla pelle) in un cellula uovo da cui è stato sottratto il nucleo. Attraverso una stimolazione la cellula uovo comincia a produrre cellule staminali embrionali che verranno prelevate ed utilizzate al solo fine di studiare possibili cure.
Il vantaggio di questa tecnica è che consente di utilizzare cellule geneticamente identiche a quelle del paziente, eliminando così i rischi di rigetto.


Cellule staminali adulte o embrionali?

I sostenitori della legge 40 sostengono che la ricerca sulle cellule staminali embrionali è inutile perché le cellule staminali prelevate da tessuti adulti rappresentano una fonte molto più promettente.

A riprova di questa tesi, affermano che le uniche terapie già sperimentate con successo sull’uomo sono state effettuate con cellule staminali adulte.

Quello che però non dicono è che mentre le cellule staminali adulte sono utilizzate da oltre 40 anni, ad esempio nei trapianti di midollo osseo, il primo esperimento con cellule staminali embrionali risale al 1998.

I sostenitori del referendum per la libertà di ricerca scientifica non vogliono imporre alla scienza una strada da seguire, perché non è possibile al momento sapere da quali ricerche proverranno le cure del futuro. Abbiamo quindi il dovere morale di sostenere tutte le strade possibili della ricerca, per raggiungere il prima possibile il risultato.

Questa posizione è sostenuta anche da:

95 premi Nobel

2.400 scienziati italiani

Commissione per l’uso di cellule staminali per finalità terapeutiche, istituita dal ministero della Sanità italiano, presieduta dal premio Nobel Renato Dulbecco

Rapporto della Commissione Europea sulla ricerca sulle cellule staminali di embrioni umani

Commissione consultiva nazionale elvetica per l'etica in campo biomedico: parere concernente la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane

Relazione del consiglio di Sanità dei Paesi Bassi “Stem cells for tissue repair. Research on therapy using somatic and embryonic stem cells”

Commissione d'inchiesta della Camera dei Lords del Regno Unito, “Report on Stem cell research”

Consiglio nazionale svedese sull'etica in campo medico: parere riguardante la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane

Istituto nazionale di sanità degli Stati Uniti d’America

International Society for Stem Cell Research

International Stem Cell Forum

European Consortium for Stem Cell Research

Accademie nazionali delle scienze di 67 Paesi

La ricerca sulle cellule staminali embrionali è permessa in 32 paesi del mondo, tra i quali:

Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Olanda, Grecia, Australia, Canada, Norvegia, Finlandia, Corea del Sud

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martedì 10 marzo 2009

SCIENZA DELLA TERRA



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Si definisce come Scienze della Terra l'insieme delle discipline che studiano la struttura interna, la morfologia superficiale e l'atmosfera che circonda il pianeta Terra, e la sua evoluzione nel tempo. Lo studio del nostro pianeta costituisce un caso particolare della planetologia, che in generale si occupa dello studio dei pianeti presenti nel nostro sistema solare.

Le discipline principali sono:

- Geologia: si occupa dello studio della parte rocciosa del pianeta ed è a sua volta suddivisa in numerose sottodiscipline, tra le quali si citano: geochimica, petrografia e petrologia, mineralogia, stratigrafia, geotecnica, geologia strutturale, sedimentologia, tettonica, vulcanologia, geomorfologia e geodinamica;

- Geofisica: studio della Terra attraverso l'analisi delle sue proprietà fisiche. Il campo di indagine della geofisica è esteso a tutta la componente solida del pianeta, dalla crosta fino al nucleo, alla sua componente liquida idrosfera e alla soprastante atmosfera. Le principali proprietà fisiche indagate nella geofisica applicata sono: il magnetismo, la resistività, la temperatura (geotermia), la densità (gravimetria), le proprietà elastiche delle rocce (sismologia);

- Pedologia: è la scienza che studia la composizione, la genesi e le modificazioni del suolo dovute sia ai fattori biotici che abiotici.

- Ecologia: è la disciplina che studia la biosfera, ossia la porzione della Terra in cui è presente la vita e le cui caratteristiche sono determinate dall'interazione degli organismi tra loro e con i fattori abiotici;

- Paleontologia, studia i resti fossili di esseri viventi, vissuti nel passato geologico, la loro evoluzione nel tempo e la loro distribuzione areale;

- Geodesia: studio delle dimensioni e della forma della Terra, di alcuni dei suoi aspetti di carattere gravitazionale, e misura di porzioni della sua superficie (topografia) e loro rappresentazioni sulle mappe (cartografia);

- Idrologia: scienza che studia la distribuzione, il movimento e la chimica delle masse d'acqua sulla superficie del pianeta (idrosfera). Include oceanografia studio gli oceani del pianeta, idrografia legata allo studio dei fiumi e dei laghi, idrogeologia studio della dinamica delle masse d'acqua nel sottosuolo, iivologia studio delle proprietà meccaniche della neve e la Glaciologia lo studio dei ghiacciai.

- Climatologia: studio integrato dell'azione delle varie componenti del pianeta (masse liquide, gassose, biomassa e antropizzazione) e del Sole sulle condizioni di temperatura, sulle precipitazioni e sulla circolazione atmosferica e oceanica; lo studio del clima del passato è denominato paleoclimatologia.

- La Meteorologia è invece lo studio delle condizioni del tempo su periodi molto brevi.
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giovedì 5 marzo 2009

Albert Einstein




Le figure di seicento grandi uomini di ogni epoca santi, filosofi e re, sono scolpite sulle pareti di marmo della chiesa di Riverside a New York; si ergono in rigida immobilità, sorvegliando spazio e tempo con fermo sguardo immortale. Un pannello inquadra i geni della scienza - quattordici - collegando attraverso i secoli Ippocrate, morto nel 370 a. C., ad Albert Einstein, morto nel 1955.


È altrettanto interessante notare come, fra le migliaia di persone che ogni settimana ammirano la più spettacolosa chiesa protestante di Manhattan, probabilmente il 99 per cento sarebbe incapace di spiegare perché l'immagine di Einstein figuri in quel luogo. Vi si trova scolpita perché nella generazione passata, quando si discuteva il progetto della chiesa, Harry Emerson Fosdick scrisse ad un gruppo di eminenti scienziati americani domandando che gli fornissero un elenco di quattordici grandissimi uomini nella storia della scienza. I1 suffragio non fu unanime; la maggior parte degli elenchi segnalava Archimede, Euclide, Galileo, Newton. Ma tutti portavano scritto il nome di Albert Einstein. I1 lungo intervallo durato piu di quaranta anni - da quando fu pubblicata la teoria della relatività ristretta nel 1905 - fra la celebrità raggiunta da Einstein e la comprensione di essa da parte del pubblico, misura la lacuna nella cultura delle genti. Al giorno d'oggi la maggior parte di coloro che leggono i giornali sanno in modo molto vago che Einstein ha qualche relazione con la bomba atomica; al di là di questo, il suo nome è sinonimo di alcunché di astruso. Non c'è da meravigliarsi quindi se molti ancora immaginano Einstein come una specie di matematico surrealista, piuttosto che come lo scopritore di leggi cosmiche di grandissima importanza nella faticosa lotta dell'uomo per arrivare a comprendere la realtà fisica. Essi non sanno che la relatività, ben al di sopra del suo significato scientifico, comprende un grande sistema filosofico il quale continua ed illumina il pensiero dei grandi epistemologisti: Locke, Berkeley e Hume. Conseguentemente essi hanno una ben scarsa conoscenza del vasto, arcano e cosi misteriosamente armonioso universo in cui vivono.

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lunedì 2 marzo 2009

BUCHI NERI

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Buchi neri, mostri oscuri del cielo. Se una stella è molto massiccia, più di 6-7 volte il Sole, quando esplode come supernova dà luogo all'oggetto più strano e affascinante del cosmo: un buco nero. Il nucleo della stella crolla sotto il proprio peso e non riesce a controbilanciarlo nemmeno comprimendosi al massimo. Niente può fermare la caduta della materia verso il centro della stella, finché l'intera massa del nucleo non si concentra in un unico punto! L'oggetto che si forma, il buco nero, è qualcosa di così strano e così estremo che non può essere descritto con le leggi della fisica che valgono sulla Terra.

La gravità di un buco nero, infatti, è così grande da comprimere la materia che lo compone fino ad una densità praticamente infinita. Essa si trova quindi in uno stato fisico a noi sconosciuto.
La forza di attrazione gravitazionale di un buco nero è immensa: qualunque cosa che gli passi troppo vicino viene catturata e vi cade dentro, senza poterne più uscire. Nemmeno un raggio di luce, che è la cosa più veloce che esista in natura, può sfuggire a questo mostro: non potendo emettere radiazione, esso è completamente oscuro e non può essere "visto".
Attenzione però. Spesso si pensa che un buco nero possa inghiottire tutto quello che gli sta intorno: in realtà, l'attrazione gravitazionale che esso esercita su un corpo dipende dalla distanza del corpo stesso: solo se un corpo si avvicina troppo viene catturato da questo gigantesco imbuto spaziale.


Come per ogni stella o pianeta, anche per il buco nero si può definire la velocità di fuga di un corpo ad una certa distanza R. Si tratta della minima velocità che un oggetto posto alla distanza R deve avere, per poter sfuggire all'attrazione gravitazionale del buco nero. Allo stesso modo, possiamo definire la minima distanza R, alla quale un oggetto dotato di una certa velocità, può ancora sfuggirgli.

Per un raggio di luce, questa distanza identifica una specie di "superficie" del buco nero, anche se in realtà il buco nero non ha dimensioni. La superficie prende il nome di "orizzonte degli eventi": un raggio di luce che passa subito al di fuori di questa regione, viene incurvato molto fortemente dalla forza gravitazionale del buco nero, ma riesce a proseguire il suo cammino. Se invece vi entra, non potrà più uscirne.
La posizione dell'orizzonte degli eventi dipende dalla massa del buco nero: se la sua massa è il doppio di quella del Sole, il raggio di questa regione invisibile è di appena 6 Km.

I buchi neri sono gli unici oggetti celesti che non possono essere studiati direttamente in alcun modo, dato che non emettono radiazione di nessun tipo. Solo le nostre conoscenze di fisica e matematica ci permettono di immaginare come sono fatti. La loro esistenza, infatti, è prevista dalla teoria della Relatività generale di Einstein.

Tuttavia, esistono delle evidenze indirette dell'esistenza dei buchi neri. Quando un buco nero fa parte di un sistema binario di stelle, esso strappa il gas più esterno della compagna e lo risucchia. Questo gas si mette in rotazione, formando un disco attorno al buco nero, che ruota anch'esso sul proprio asse; da questo disco, pian piano cade dentro al buco nero. Puoi vederlo nel disegno qui sopra.



Cygnus X-1 (ASI) Durante la caduta, la materia raggiunge altissime temperature ed emette raggi X: è proprio attraverso questa radiazione che un buco nero può essere rivelato. Al centro della fotografia puoi vedere la sorgente di raggi X detta Cygnus X-1, che si trova nella costellazione del Cigno. Si tratta di una coppia di stelle: una gigante e un buco nero.
Il disco di polvere che circonda un enorme buco nero. Misurando la velocità del gas si può sapere quanto è intenso il campo gravitazionale del buco nero e quindi conoscere la sua massa.


Un altro fenomeno che permette di scorgere indirettamente un buco nero è l'effetto di "lente gravitazionale" che esso esercita. In condizioni normali, la radiazione percorre una traiettoria rettilinea; quella che passa abbastanza vicino ad un buco nero, invece, viene incurvata a causa del suo intenso campo gravitazionale.
L'effetto ottico di questa curvatura è quello che vedi nel disegno.
Se un buco nero si trova tra noi ed un oggetto, produce due o più immagini dello stesso oggetto.

A volte le immagini prodotte da una lente gravitazionale sono più di due. In questa fotografia puoi vedere l'immagine multipla di un oggetto lontanissimo dello spazio, detto "quasar". Una lente gravitazionale particolarmente massiccia si trova tra noi e il quasar, producendo quella che viene detta "croce di Einstein".

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Bosone di Higgs "Particella Dio".





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Il bosone di Higgs sarebbe una ipotetica particella elementare, massiva, scalare, prevista dal modello standard della fisica delle particelle. Nell'ipotesi che questa esista, essa sarebbe l'unica particella del modello standard a non essere stata ancora osservata.

Questa particella giocherebbe un ruolo fondamentale all'interno del modello: la teoria la indica come portatrice di forza del campo di Higgs che si ritiene permei l'universo e dia massa a tutte le particelle.

Al giorno d'oggi l'ipotetica particella non è mai stata osservata, ma vi sarebbero alcuni indizi della sua esistenza. Il bosone di Higgs fu teorizzato nel 1964 dal fisico scozzese Peter Higgs, insieme a François Englert e Robert Brout, mentre stavano lavorando su un'idea di Philip Anderson, e indipendentemente da G. S. Guralnik, C. R. Hagen, e T. W. B. Kibble.

Esso sarebbe dotato di massa propria. La teoria dà un limite superiore per questa massa di circa 200 GeV (≈3,5×10-25 kg). Al 2002 gli acceleratori di particelle hanno raggiunto energie fino a 115 GeV. Benché un piccolo numero di eventi che sono stati registrati potrebbero essere interpretati come dovuti ai bosoni di Higgs, le prove a disposizione sono ancora inconcludenti. Ci si aspetta che il Large Hadron Collider, presso il CERN, la cui prima accensione è avvenuta il 10 settembre 2008, sia in grado di confermare l'ipotetica esistenza di tali bosoni.

Poiché il campo di Higgs è un campo scalare, i bosoni di Higgs avrebbero spin zero.

Il fisico Vlatko Vedral ha tuttavia avanzato la supposizione che l'origine della massa delle particelle sia dovuta all'entanglement quantistico tra i bosoni, analogamente a quanto espresso dalla sua teoria sull'effetto Meissner nei superconduttori da parte degli elettroni entangled. Vari altri ipotetici modelli fisici, tra cui il modello dinamico della superunificazione e del dualismo onda-particella elaborato dal fisico Alex Kaivarainen dell’Università di Turku in Finlandia, parimenti rifiutano implicitamente l'esistenza del bosone di Higgs.

La particella nota col nome di Bosone di Higgs è il quanto di uno dei componenti del campo di Higgs. Nello spazio vuoto, il campo di Higgs acquisisce un valore non-zero (detto valore atteso del vuoto non-zero) che permea tutto lo spazio dell'universo in qualsiasi istante. L'esistenza di questo valore gioca un ruolo fondamentale: esso darebbe massa a tutte le particelle elementari, incluso lo stesso bosone di Higgs. In particolare, l'acquisizione di un valore non-zero romperebbe la simmetria di gauge elettrodebole, un fenomeno conosciuto come meccanismo di Higgs. Esso è il meccanismo più semplice in grado di dare massa ai bosoni di gauge compatibile anche con le teorie di gauge.

Nel Modello Standard, il campo di Higgs consiste in campi con due componenti neutri e due componenti carichi. Entrambi i componenti carichi ed uno dei campi neutri sono bosoni di Goldstone, che sono privi di massa e divengono, rispettivamente, le componenti longitudinali tri-polarizzate dei bosoni massivi W + , W − , e Z0. Il quanto del restante componente neutro corrisponde al bosone di Higgs. Poiché il campo di Higgs è un campo scalare, il bosone di Higgs ha spin zero e non ha momento angolare intrinseco. Il bosone di Higgs è anche la sua stessa antiparticella ed è CP-even.

Il Modello Standard non predice il valore della massa del bosone di Higgs. Se la massa del bosone di Higgs risultasse compresa tra 115 e 180 GeV, allora il Modello Standard potrà essere valido a tutte le scale di energia fino alla scala di Planck (1016 TeV). Molti fisici teorici si aspettano che una nuova fisica emerga oltre il Modello Standard alla scala del TeV, a causa di alcune proprietà insoddisfacenti del Modello Standard stesso. Il valore più elevato della massa del bosone di Higgs (o di qualche altro meccanismo di rottura della simmetria elettrodebole) è ipotizzabile intorno ad un TeV; oltre questo punto, il Modello Standard diventerebbe inconsistente senza tale meccanismo poiché l'unitarietà è violata in certi processi di scattering. Molti modelli supersimmetrici predicono che il valore più basso possibile della massa del bosone di Higgs è ipotizzabile appena al di sopra degli attuali limiti sperimentali, intorno a 120 GeV o meno.

Il bosone di Higgs non è stato ad oggi mai osservato sperimentalmente e la sua massa non è prevista dal Modello Standard. Ricerche dirette effettuate al LEP hanno permesso di escludere valori della massa inferiori a 114,5 GeV[1], e misure indirette dalle determinazioni dei parametri elettrodeboli danno indicazioni che i valori più probabili della massa siano comunque bassi[2], in un intervallo che dovrebbe essere accessibile ad LHC.

Il bosone di Higgs, data la sua importanza nella teoria del modello standard, è stato soprannominato dal Premio Nobel per la Fisica, Leon Max Lederman, come la "Particella Dio".

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Il bosone di Higgs esiste, l'abbiamo trovato

 Peter Higgs accolto da ovazione al Cern di Ginevra

 klikka qui
 http://cipiri7.blogspot.it/2012/07/il-bosone-di-higgs-esiste-labbiamo.html

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«Il bosone di Higgs esiste, finalmente sembra proprio che l'abbiano trovato».


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